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20 Luglio 2020

Pagamento in Contanti: dal 1° luglio nuovi limiti. Bonus invece su pagamenti digitali

Per l’uso del contante la soglia massima scende a 2.000 euro mentre per chi accetta pagamenti elettronici è previsto un credito di imposta del 30% sulle commissioni Dal mese di luglio sono efficaci due nuovi provvedimenti del governo volti a favorire i pagamenti digitali e a contrastare l’evasione fiscale in Italia. Si tratta dell’abbassamento a 2.000 euro della soglia entro la quale è consentito l’utilizzo del contante e di un nuovo incentivo fiscale al fine di alleviare il peso delle commissioni addebitate per l’utilizzo del Pos agli imprenditori che incentiveranno i pagamenti elettronici. Visto anche l’attuale contesto di incertezza economica a seguito dell’emergenza coronavirus, lo sviluppo degli strumenti di pagamento elettronici e digitali può rappresentare una risorsa fondamentale per garantire l’accesso senza vincoli e in qualsiasi momento a tutti i canali d’acquisto di beni e servizi. Dal 1° luglio la soglia per i pagamenti in contanti è stata ridotta da 3.000 a 2.000 euro ed è destinata a scendere ulteriormente dal 1° gennaio 2022, attestandosi a 1.000 euro, così come descritto all’art. 18 del Decreto Fiscale 2020 (DL 124/2019) che va a modificare il precedente testo del Decreto Antiriciclaggio – D.Lgs. 231/2007. Il provvedimento vuole traghettare il nostro Paese verso gli standard più evoluti. A dispetto di altre nazioni, in Italia l’utilizzo del contante è ancora molto diffuso. Basti pensare che, secondo quanto rilevato dalla Bce, su 100 transazioni effettuate quotidianamente dalle famiglie, nei vari esercizi e punti vendita, ne vengono fatte in contanti 86. Ci batte solo la Grecia con 88. Il dato ci pone tra le 30 peggiori economie al mondo per incidenza del contante su Pil (pari ad 11,8%), nonostante il numero dei Pos installati abbia raggiunto i 3,4 milioni di dispositivi, uno dei più alti all’interno dell’Unione europea. Tra gli ostacoli che gli italiani ancora oggi percepiscono nell’utilizzo dei pagamenti cashless, secondo quanto rilevato dal 5° rapporto della Community Cashless Society, la piattaforma di confronto di alto livello attivata da The European House – Ambrosetti, spiccano i costi di utilizzo (46,9% delle risposte), la maggiore esposizione a possibili frodi (43%) e difficoltà di accettazione da parte degli esercenti (42,5%), riscontrata quest’ultima da 1 italiano su 3 nell’ultimo anno. La riduzione della soglia del contante non è l’unico provvedimento deciso dal Governo. Per favorire l’utilizzo dei terminali Pos, il nuovo incentivo del governo prevede un credito d’imposta sul 30% delle commissioni pagate dagli esercenti a seguito delle transazioni finalizzate tramite pagamenti elettronici (con carte o altri servizi). La disposizione è valida per gli esercenti di attività, arti o professioni i cui ricavi, nel 2019, non abbiano superato la soglia dei 400mila euro. Per i soggetti che hanno superato tale importo nel fatturato dell’anno scorso sarà comunque possibile avvalersi del bonus nel 2021 qualora i ricavi scendano sotto i 400mila euro nel corso di quest’anno. In ogni caso, il credito d’imposta potrà essere utilizzato in compensazione tramite il modello F24. Come risalire all’ammontare delle commissioni pagate? A tale scopo il professionista riceverà, entro il 20 del mese successivo a quello di riferimento, una email via Pec o sul proprio profilo di home banking; tale comunicazione conterrà tutte le indicazioni sulle commissioni addebitate a fronte di pagamenti tracciabili effettuati da consumatori finali. Questo bonus non concorre, inoltre, alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini Irap. Secondo le simulazioni svolte da The European House – Ambrosetti, il piano “Italia cashless”, varato dal governo e che comprende, oltre a questi due provvedimenti, anche la lotteria degli scontrini e la detraibilità delle spese dalla dichiarazione dei redditi condizionata al pagamento con strumenti tracciabili, genererà, in Italia, un incremento di ben 36,8 transazioni elettroniche pro-capite nel 2025. Il recupero di gettito dall’economia sommersa, legato a questo incremento delle transazioni pro-capite, porterà un gettito fiscale addizionale pari a 4,5 miliardi di euro. Insomma, un bell’aiuto per le casse dello stato e per recuperare la distanza con gli altri Paesi nostri vicini.  
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